25 luglio. Dopo aver deciso di fare una lunga escursione in alta montagna, mi accorgo che il passo è lento e soprattutto siamo divisi: ognuno cammina ad una velocità diversa creando disagio. Non riesco a vedere tutti.
Al secondo tornante mentre saliamo, capisco che così non può continuare.
Un’intuizione mi folgora, FARE CORDATA. unirsi, legarsi gli uni agli altri in fila per dare a tutti lo stesso passo, per sostenere chi non riesce a salire. Io davanti, per guidare e liberare il sentiero da eventuali pericoli.
Così comincia una nuova salita, fino in cima, col passo di tutti condensato in un unico passo. Ci si ferma due volte perché tutti possano riposare, per arrivare tutti assieme nello stesso momento.
Viene il tempo del ritorno, in discesa adesso. Nessuna cordata non c’è né bisogno. Io resto indietro, qui comprendo che ciò che ho vissuto può essere una metafora della vita della chiesa, in cui, il compito dei pastori è questo: guidare in cordata, perchè tutti possano affrontare la salita e raggiungere la meta. il ritorno mi vede solo e stanco, è normale ho guidato fino in cima.
Come non pensare ai nostri pastori talvolta accusati di lentezza rispetto a cose molto più simili ad una discesa che a una salita? Quanto spesso dimentichiamo la loro presenza nei momenti di difficoltà, quando manca il fiato e salire è difficile? È del pastore salire più che scendere. Affrontare e sostenere la fatica più che godere della discesa.
In cordata dunque, insieme. Con passo comune fra i tornanti della vita. Uno stile per pastori.

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